venerdì 6 maggio 2016

La carne, Cristò

Ci sono libri che sono pugni nello stomaco. Libri che ti mozzano il fiato dalla prima all'ultima pagina e che devi prendere a pillole per riuscire ad andare avanti. Sono quei libri che incidono profondamente la tua vita di lettrice e persona segnando un solco tra il 'prima' e il 'dopo': La Carne è uno di questi. Nonostante abbia tutta l'aria di una distopia, il testo di Cristò è più attuale che mai. Si parla di un mondo in cui i vecchi sono confusi e instabili, in cui è bastato un attimo per passare dalla normalità all'assurdo e dove tutto è immerso nella nebbia, in un grigiore soffocante e opprimente. C'è un segreto, un mistero, celato in queste pagine, ed è quello degli zombi: quella gente che ha smesso di vivere e - paradossalmente - non muore mai. Quei fantasmi che mangiano solo carne: non importa se sia cruda, cotta, umana o animale. Attendono il momento giusto per venirti addosso e strapparti quello che più che mai rappresenta la vita, lasciandoti con l'assenza di ciò che prima c'era e ora non c'è più e la consapevolezza che non sarai mai più lo stesso. Gli zombi si riuniscono tutti in un posto, ammassandosi, attendono pazienti e spietati il momento in cui potranno di nuovo mettere i denti sull'oggetto del loro desiderio. Hanno totalmente perso la loro condizione di umani, sono privi di sentimenti, spirito o anima che sia. Sono semplicemente cadaveri che si muovono in cerca di una preda a cui togliere quello di cui loro stessi sono privi. L'atmosfera è cupa, tesa, angusta, quasi apocalittica. E gli zombi sono dappertutto, ci attorniano, si nascondono vicino a noi. Potrebbero comparire da un momento all'altro e contagiarci con la loro fredda e dura indifferenza, con la loro fame insaziabile di vite altrui. C'è davvero un modo per mettere fine a quest'epidemia dilagante che ha tutta l'aria di un olocausto? Possiamo restituire al mondo quella umanità che tutti sembrano aver perduto? Con la violenza di un morso, La Carne ti arriva alle spalle e ti mette con le spalle al muro. Mostra, nella sua incredibile ingegnosità, il sottile confine che vi è tra ragione e follia, umanità e bestialità. Una linea così labile e inconsistente che potrebbe essere superata in un soffio facendoci sprofondare nel baratro della vergogna. Consigliato a chi non ha paura di guardare la realtà con occhi nuovi.

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